La cava di calcare di San Carlo
L’altra materia prima fondamentale nel processo Solvay è il calcare che al 1927 viene estratto in una cava di proprietà Solvay a San Carlo, nei pressi di San Vincenzo, in Provincia di Livorno.
Negli anni ’40 e ’50 arrivarono a lavorare in questo sito più di mille persone fra operai e impiegati. In virtù di questo sviluppo, la Solvay, come avvenne a Rosignano e a Ponteginori cominciò a costruire, insieme agli alloggi per i dipendenti, alcune infrastrutture: la chiesa, l’asilo, il
cinema, l’infermeria, il circolo, la mensa, impianti sportivi.
Il calcare viene estratto attraverso l’esplosione di alcune cariche, la cosiddetta «Volata», ovvero lo sgretolamento di circa 15mila tonnellate di pietra calcarea per volta. I blocchi, caricati su camion da pale meccaniche, sono condotti ad un impianto di frantumazione che li riduce nella pezzatura ottimale per le successive fasi di lavorazione in stabilimento.
A questo punto, il calcare viene caricato sui carrelli di una teleferica e trasportato a valle, a San Vincenzo, dove presso un apposito impianto nelle vicinanze della stazione ferroviaria, viene caricato sui vagoni del cosiddetto «Treno bianco» e così portato in stabilimento. Due treni, di 20 carri speciali ciascuno, compiono dai 4 ai 5 viaggi al giorno per
un trasporto di circa 1000 tonnellate di minerale per viaggio.
un magazzino, uno spaccio ed alcune abitazioni per dipendenti. Successivamente vengono costruiti, come già avvenuto a Rosignano, chiesa, scuola elementare, asilo, cinema-teatro, impianti sportivi e strutture ricreative: nasce il nuovo centro abitato di Ponteginori.
Tra le tecniche di estrazione, Solvay ha sempre optato per il metodo che negli anni si è dimostrato di minor impatto ambientale: il metodo Trump, dal suo ideatore. Consiste nella perforazione del suolo con vari fori di soli 20 cm di diametro all’interno dei quali si immette acqua dolce. L’acqua scioglie il sale che viene poi recuperato da apposite pompe collocate presso altri pozzi vicini. Il sistema è perfettamente naturale: utilizza infatti il processo inverso alla formazione dei depositi di salgemma. L’acqua salata, nel lontano passato, evaporando ha depositato il sale, immettendo acqua ritorna adesso ad essere acqua salata. Quando termina la coltivazione di un terreno, vengono effettuati i ripristini, come è già accaduto in tutte le aree dismesse, che consentono di riutilizzare i terreni per lo stesso uso di prima, come ad esempio quello agricolo, boschivo od anche naturalistico. Una tubatura lunga circa 35 chilometri porta quindi la «salamoia» (cioè l’acqua in cui si trova disciolto il sale in una concentrazione del 30% circa) dalle zone di estrazione allo stabilimento di Rosignano. A seguito dell’estrazione, nel sottosuolo si creano delle cavità che danno luogo a fenomeni di abbassamento del livello del terreno: la subsidenza e i camini di collasso. La subsidenza è un fenomeno graduale e lento che interessa
l’area di estrazione; il camino di collasso è invece un fenomeno repentino, raro e tuttavia prevedibile, che interessa solo l’immediata vicinanza del pozzo di estrazione. Nelle aree minerarie Solvay, un capillare sistema di geofoni, apparecchi in grado di registrare vibrazioni del terreno di piccolissima intensità, monitorizza costantemente la situazione per prevenire questi fenomeni. Carbone e Calcare: due tra le materie prime fondamentali per la produzione di carbonato di sodio.

Attualmente è in corso di definizione un progetto che manderà definitivamente in pensione la teleferica entro pochi anni, grazie alla costruzione di un raccordo ferroviario che congiungerà la stazione di S.Vincenzo con il nuovo silo dentro il cantiere e che permetterà il trasporto del calcare con il solo mezzo ferroviario, migliorando quindi sensibilmente l’impatto ambientale del trasporto.
Quella dell’impatto ambientale è una preoccupazione sempre costante a San Carlo come negli altri siti Solvay: nella cava, questa attenzione si traduce nei ripristini ambientali. Sui fronti di cava che nel tempo sono abbandonati viene dapprima riportata della terra e in seguito viene svolta una scrupolosa attività di piantumazione e di messa a dimora di arbusti e vegetazione, così da ricostituire, per quanto possibile, l’ambiente naturale come era prima dell’intervento estrattivo.

Sinceramente provo una gran trstezza alla notizia , la teleferica di san vincenzo mi riporta a ricordi di infanzia quando il passare sotto i vagoncini ..significava essere arrivati al mare..... e visto che quest'anno ci torno dopo anni.. vedro di fale qualche foto....a ricordo

Subito a fare foto per una monografia prima dei lavori!

Ricordo di aver letto una versione ufficiosa di questa notizia in un articolo sui treni del calcare tre S.Vincenzo e Rosignano Solvay (corredato da due foto della teleferica) pubblicato dalla rivista ITreni alcuni anni fa.

Io prima di fine giugno non vado giu.... se qualcuno della zona ha voglia io non mi offedo

veramente una pessima notizia così perderemo anche l'ultima teleferica ancora funzionante in Toscana. Veramente un colpo al cuore. :x

settimana prossima saro a S Vincenzo, e ando nei limiti del possibile a fare un po' di foto ....... speriamo in bene..

Oggi sono passato sotto alla teleferica, ancora perfettamente funzionante.

finalmente sono riuscito a sistemare le foto e le ho inviate a Paolo che cosi' vedrà se vuole realizzarne una monografia, purtroppo sono tutte viste dell'impianto dall'esterno non essendomi stato permesso di accedere alle stazioni

Online lo speciale
http://www.funivie.org/web/teleferic...cenzo-livorno/

Sono iniziati da poco i lavori di costruzione del raccordo ferroviario fra San Vincenzo e San Carlo Solvay.. ancora breve vita per la storica teleferica

Non e ufficiale ma sembra che a giugno 2008 viene smantellato il tutto, sono quasi 18 anni che ci vado mi dispiacerebbe vederla a pezzi.

Guardavo da
https://www.google.com/maps/@43.1015.../data=!3m1!1e3

prima non c'era proprio la ferrovia?

Lo street view è di 5 anni fa...
https://www.google.com/maps/@43.1049...7i13312!8i6656
Una bella catasta di longarine pronta ad essere messa in opera, girellando per qualche metro si vede che il sottopasso della strada è nuovo o quasi, e dietro la vegetazione la monumentale stazione di valle della teleferica! Passando dalla stazione di San Vincenzo si vedono ancora tutte le rotaie dove parcheggiavano i vagoncini della teleferica, le tramogge e gli scarichi sopra i binari della ferrovia. Ci dovrebbero fare un museo di archeologia industriale!