In sessanta sospesi nel vuoto per 40 minuti
Momenti di angoscia dentro le cabine e nel piazzale della stazione a valle
![](http://www.funivie.org/funigallery/albums/userpics/10151/cabina_valle_distante.JPG)
MERANO. Quaranta lunghissimi minuti di paura ed apprensione per una sessantina di sciatori, in massima parte giovanissimi meranesi impegnati nei corsi natalizi, intrappolati all’interno delle due cabine rimaste sospese nel vuoto pochi attimi dopo aver iniziato quello che doveva essere un festoso rientro a casa dopo una spensierata giornata sulle piste.
Un’angoscia immediatamente estesasi agli almeno altrettanti genitori che li stavano attendendo nel piazzale della funivia di Merano 2000 e che, pur prontamente rassicurati dal personale di servizio, hanno vissuto quei momenti con uno stiletto dentro il cuore.
![](http://www.funivie.org/funigallery/albums/userpics/78656.jpg)
Il guasto si è verificato poco dopo le 15, ovvero nel momento di massimo affollamento dell’impianto a fune capace di trasportare 40 persone per ciascuna delle due cabine (la funivia dispone infatti di due tronconi, con una stazione di trasbordo intermedia) in periodo estivo, che diventano una trentina in inverno per via dell’abbigliamento molto più ingombrante. Ieri al 2000, baciato dal sole come tutto il Nord Italia, erano alcune migliaia gli sciatori disseminati lungo le varie piste in funzione, complici anche i tradizionali corsi di sci del periodo natalizio.
Le cabine erano affollatissime, al massimo della capienza, quando s’è verificato l’incidente. Un improvviso calo di tensione ha fatto scattare in simultanea tutti i dispositivi di sicurezza governati elettronicamente dalla sala comandi.
Tutte le cabine, che a quel punto si erano staccate appena poche decine di metri dalle rispettive stazioni di partenza, si sono arrestate di colpo, oscillando paurosamente in avanti ed indietro per effetto del contraccolpo, diffondendo un legittimo senso di paura tra gli occupanti, in massima parte giovanissimi di ritorno dalla divertente lezione con il maestro, gli accompagnatori e i nuovi amichetti.
I manovratori, attesi alcuni istanti necessari per rassicurare i passeggeri, si mettevano in contatto con la sala comando per ragguagli, che non erano purtroppo quelli sperati. L’intero sistema di governo della funivia era andato in stallo per cui necessitava l’intervento del tecnico in quel momento impegnato in altro settore del vasto comprensorio.
«Il nostro accompagnatore - racconta Roberto S., uno dei passeggeri rimasti intrappolati - dopo aver cercato di tranquillizzarci, ha comunicato che sarebbe stato necessario attendere qualche minuto prima di ripartire.
A quel punto, tuttavia, è salito sul tetto della cabina ad armeggiare intorno a non so cosa, il che non ha certo contribuito a portare la calma anche se noi, contrariamente agli altri sventurati in quel momento bloccati all’interno della cabina più a valle, fermi sopra un “salto” di almeno 200 metri, vedevamo la terra pochi metri sotto di noi».
Con il passare dei minuti - ce ne sono voluti 40 prima che l’impianto riprendesse la sua corsa - la tensione è fatalmente cresciuta. «Io - prosegue Roberto - ero uno dei pochi adulti in cabina e mi sono adoperato per calmare i piccoli più agitati ed impauriti. Qualcuno ha anche preso a piangere e ad invocare la mamma. Non so se domani tutti torneranno tranquillamente in funivia per proseguire il corso. È stata un’esperienza terribile. E posso immaginare cosa hanno passato i genitori in attesa nel piazzale della funivia. Hai voglia di raccontare che non è successo niente quando sai che tuo figlio è da più di mezzora sospeso nel vuoto».
Franz Pixner, direttore degli impianti, spiega l’incidente come una panne elettronica. «Il sistema è andato in tilt, come succede anche ai computer, e andava riavviato - spiega - Come società, abbiamo subito predisposto alcuni autobus per avviare il ritorno a valle degli sciatori ma ben presto l’impasse si è risolta e le cabine hanno ripreso a viaggiare in sicurezza».
«L’emergenza - aggiunge ancora Franz Pixner - è stata affrontata nel migliore dei modi. L’alternativa era il trasbordo dei passeggeri con il carrello di servizio, ma sarebbe stata una manovra più rischioso che attendere in cabina il ritorno alla piena funzionalità dell’impianto». (Da Giornale Alto Adige)
Momenti di angoscia dentro le cabine e nel piazzale della stazione a valle
MERANO. Quaranta lunghissimi minuti di paura ed apprensione per una sessantina di sciatori, in massima parte giovanissimi meranesi impegnati nei corsi natalizi, intrappolati all’interno delle due cabine rimaste sospese nel vuoto pochi attimi dopo aver iniziato quello che doveva essere un festoso rientro a casa dopo una spensierata giornata sulle piste.
Un’angoscia immediatamente estesasi agli almeno altrettanti genitori che li stavano attendendo nel piazzale della funivia di Merano 2000 e che, pur prontamente rassicurati dal personale di servizio, hanno vissuto quei momenti con uno stiletto dentro il cuore.
![](http://www.funivie.org/funigallery/albums/userpics/78656.jpg)
Il guasto si è verificato poco dopo le 15, ovvero nel momento di massimo affollamento dell’impianto a fune capace di trasportare 40 persone per ciascuna delle due cabine (la funivia dispone infatti di due tronconi, con una stazione di trasbordo intermedia) in periodo estivo, che diventano una trentina in inverno per via dell’abbigliamento molto più ingombrante. Ieri al 2000, baciato dal sole come tutto il Nord Italia, erano alcune migliaia gli sciatori disseminati lungo le varie piste in funzione, complici anche i tradizionali corsi di sci del periodo natalizio.
Le cabine erano affollatissime, al massimo della capienza, quando s’è verificato l’incidente. Un improvviso calo di tensione ha fatto scattare in simultanea tutti i dispositivi di sicurezza governati elettronicamente dalla sala comandi.
Tutte le cabine, che a quel punto si erano staccate appena poche decine di metri dalle rispettive stazioni di partenza, si sono arrestate di colpo, oscillando paurosamente in avanti ed indietro per effetto del contraccolpo, diffondendo un legittimo senso di paura tra gli occupanti, in massima parte giovanissimi di ritorno dalla divertente lezione con il maestro, gli accompagnatori e i nuovi amichetti.
I manovratori, attesi alcuni istanti necessari per rassicurare i passeggeri, si mettevano in contatto con la sala comando per ragguagli, che non erano purtroppo quelli sperati. L’intero sistema di governo della funivia era andato in stallo per cui necessitava l’intervento del tecnico in quel momento impegnato in altro settore del vasto comprensorio.
«Il nostro accompagnatore - racconta Roberto S., uno dei passeggeri rimasti intrappolati - dopo aver cercato di tranquillizzarci, ha comunicato che sarebbe stato necessario attendere qualche minuto prima di ripartire.
A quel punto, tuttavia, è salito sul tetto della cabina ad armeggiare intorno a non so cosa, il che non ha certo contribuito a portare la calma anche se noi, contrariamente agli altri sventurati in quel momento bloccati all’interno della cabina più a valle, fermi sopra un “salto” di almeno 200 metri, vedevamo la terra pochi metri sotto di noi».
Con il passare dei minuti - ce ne sono voluti 40 prima che l’impianto riprendesse la sua corsa - la tensione è fatalmente cresciuta. «Io - prosegue Roberto - ero uno dei pochi adulti in cabina e mi sono adoperato per calmare i piccoli più agitati ed impauriti. Qualcuno ha anche preso a piangere e ad invocare la mamma. Non so se domani tutti torneranno tranquillamente in funivia per proseguire il corso. È stata un’esperienza terribile. E posso immaginare cosa hanno passato i genitori in attesa nel piazzale della funivia. Hai voglia di raccontare che non è successo niente quando sai che tuo figlio è da più di mezzora sospeso nel vuoto».
Franz Pixner, direttore degli impianti, spiega l’incidente come una panne elettronica. «Il sistema è andato in tilt, come succede anche ai computer, e andava riavviato - spiega - Come società, abbiamo subito predisposto alcuni autobus per avviare il ritorno a valle degli sciatori ma ben presto l’impasse si è risolta e le cabine hanno ripreso a viaggiare in sicurezza».
«L’emergenza - aggiunge ancora Franz Pixner - è stata affrontata nel migliore dei modi. L’alternativa era il trasbordo dei passeggeri con il carrello di servizio, ma sarebbe stata una manovra più rischioso che attendere in cabina il ritorno alla piena funzionalità dell’impianto». (Da Giornale Alto Adige)
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