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Storica funicolare Riva di Gittana Bellano - Regoledo

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  • Storica funicolare Riva di Gittana Bellano - Regoledo



    Alle porte di Bellano esiste ancora la caratteristica stazione della funicolare per Regoledo, oggi abbandonata, a confermare la vocazione turistica del luogo fin dall'Ottocento.

    Questa la linea
    http://www.funivie.org/mondofuniviar...e.php?pid=4901

    e una rarissima immagine



    Chi ha ulteriori notizie su questo impianto praticamente sconosciuto che è durato dal 1890 - 1960?

  • #2
    https://archeologiaferroviaria.wordp...e-di-regoledo/

    - - - Aggiornato - - -



    - - - Aggiornato - - -

    Due imperfezioni nel video, 45% non sono 45° di pendenza, e l'acqua rimaneva nella carrozza discendente fino a termine corsa, sicuramente non venivano spostati i viaggiatori da una carrozza all'altra a metà percorso

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    • #3
      https://lecconotizie.com/societa/man...ellingegneria/

      Dal lago al Grand Hotel Regoledo con la sola forza dell’acqua

      La stazione di partenza è ancora visibile, così come alcuni resti del tracciato

      PERLEDO – Un vero e proprio gioiello di ingegneria sul nostro lago. Forse non tutti conoscono la storia della funicolare di Regoledo, attiva per quasi 60 anni, di cui oggi restano ancora alcune tracce tra cui la stazione di partenza accanto alla provinciale 72, tra Bellano e Varenna.

      La funicolare di Regoledo, in servizio fra il 1903 e il 1960, ha trasportato migliaia di turisti dall’attracco dei battelli, all’epoca situato a Riva di Gittana, e dalla stazione di Perledo (ancor oggi visibile) alla località montana posta a 300 metri più in alto dove sorgeva un’importante stazione idroterapica estiva nota come Grand Hotel Regoledo (oggi trasformato in una Residenza Sanitaria Assistenziale). La funicolare rappresentava anche un collegamento integrato con la ferrovia della Valtellina, con il tratto Lecco-Colico completato nel 1892.

      La storia dell’impianto è strettamente legata a quella dello stabilimento per il quale fu costruita. Attivato nel 1858 per iniziativa del fabbricante di carta Sergio Maglia e rilevato nel 1890 dagli imprenditori milanesi Marini e Legnani, il Grand Hotel Regoledo, posto in corrispondenza della fonte minerale detta “Della Comasca”, divenne ben presto rinomato per le cure idroterapiche che vi venivano prestate. La fama dello stabilimento fu accresciuta dal passaggio di numerose personalità quali Cesare Cantù, Antonio Stoppani, Massimo d’Azeglio, Amilcare Ponchielli, Arturo Toscanini, Agostino Gemelli e, nel 1858, Ippolito Nievo.

      Funicolare di Regoledo Perledo
      Il volumetto che ne raccoglie storia e immagini
      Per favorire il raggiungimento del Grand Hotel, fin dal 1852 si pensò a una funicolare adottando una tecnologia allora sperimentale che avrebbe raggiunto la propria maturità solo qualche decennio più tardi, grazie anche alla realizzazione delle prime funicolari italiane. Nel 1890, quando la gestione dell’albergo passò dai fondatori ai signori Marini-Legnani, si fece largo l’idea ardita di costruire una funicolare in linea retta azionata a contrappeso d’acqua. Il progetto fu redatto da Alfredo Colli, lo stesso ingegnere che aveva avuto l’incarico di progettare una funicolare mai realizzata per raggiungere il Sanatorio posto sul Monte Barro. Il 1° settembre 1890 venne avviata la costruzione con una modifica sostanziale: al posto del contrappeso d’acqua venne realizzato un impianto con argano elettrico la cui progettazione fu condotta a cura della Fonderia di Berna e della società Usines de Roll.

      Funicolare di Regoledo Perledo
      Il sottopassaggio che ancora oggi porta alla stazione dismessa
      Il progetto subì continue interruzioni, trascorsero ancora alcuni anni e le terme passarono nuovamente di mano. I nuovi proprietari decisero di puntare sulla funicolare per il rilancio dello stabilimento e nel novembre del 1901 venne autorizzata l’apertura al pubblico del secondo impianto che si realizzerà però nel 1903, a cura delle società Von Roll e Fritz Marti, con la nuova inaugurazione il giorno 6 settembre e avvio del servizio aperto al pubblico il successivo 4 novembre. Da allora in centinaia percorsero in salita e in discesa l’importante manufatto realizzato in pietra ad archi e trincee che superava pendenze vertiginose e di cui ancor oggi si trovano tracce camminando sul Sentiero del Viandante.

      Le guerre e la decadenza

      Il servizio della funicolare venne sospeso in concomitanza con la Prima Guerra Mondiale, anche se venne riaperta nel 1917 quando l’albergo venne utilizzato come sezione distaccata dell’ospedale di Milano per accogliere i feriti di guerra. Dopo un breve periodo di ripresa del traffico turistico avvenuta tra il 1930 e il 1939, con la Seconda Guerra Mondiale l’albergo fu nuovamente riconvertito in ospedale prima di diventare una colonia estiva. Il 1° giugno 1960 si concluse definitivamente la gloriosa storia della funivia di Regoledo. Dopo la sua chiusura l’albergo fu utilizzato come succursale dell’Istituto Sacra Famiglia di Cesano Boscone.


      Caratteristiche

      Lunga 440 metri, la funicolare di Regoledo presentava un percorso rettilineo (stazione inferiore 231 m slm – stazione superiore 435 m slm) con pendenza massima che nella prima parte del percorso raggiungeva il ragguardevole valore del 650 per mille, seguita poi da pendenze più lievi del 530 per mille e del 450 per mille per decrescere fino al 340 per mille con un ultimo strappo del 400 per mille raggiungendo una media sul percorso del 430 per mille. Il viaggio veniva compiuto in circa 8 minuti.

      Il sistema di trazione, inizialmente elettrico, fu trasformato nel 1903 con quello a contrappeso d’acqua, così come era stato studiato nel primo progetto del 1890. In tale occasione la pendenza massima fu abbassata dal 650 al 574 per mille e le vetture (che potevano portare 8 persone più il frenatore) furono completamente rinnovate e dotate di un serbatoio d’acqua della capacità di 3.600 litri.


      La Sacra Famiglia di Perledo oggi, ex Grand Hotel Regoledo
      Il sistema di funzionamento prevedeva il riempimento del serbatoio della carrozza a monte attraverso un apposito impianto che, grazie al torrente Masna, garantiva il costante riempimento di una vasca in cui si raccoglieva l’acqua destinata ai serbatoi. Le due vetture si arrestavano in corrispondenza del punto di incrocio posto a metà percorso; i passeggeri venivano quindi trasbordati dall’una all’altra carrozza e l’acqua veniva travasata dalla carrozza superiore a quella inferiore. A questo punto era la cabina inferiore che, diventata più pesante, trascinava verso l’alto l’altra completando il viaggio. L’acqua portata in basso serviva poi per far funzionare l’ascensore idraulico utilizzato dai passeggeri per accedere al secondo piano della stazione, dove partiva la funicolare, situato 15 metri sopra il livello delle rotaie della fermata di Regoledo.

      La stazione inferiore era raggiungibile per mezzo di un apposito sottopasso ferroviario caratterizzato da un vistoso portale, ancora visibile, che si apriva su quella che in seguito sarebbe diventata la strada provinciale 72, posto di fronte all’imbarcadero nel frattempo scomparso.

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      • Coccodrillo
        MODERATORE LOCALE
        • Aug 2003
        • 538
        • Lugano, Svizzera

        #4
        Non ho capito il funzionamento, sembrerebbe simile a quello del San Salvatore, unico impianto che conoscevo finora con questa configurazione.

        L'articolo del sito: https://www.funivie.org/web/perledo-...e-di-regoledo/

        http://www.funimag.com/suisse/san-salvatore01.htm

        https://it.wikipedia.org/wiki/Funico..._San_Salvatore

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        • #5
          https://www.leccotoday.it/attualita/...edo-lario.html

          Correva l'anno 1852 quando Francesco Maglia, fabbricante di carta, ebbe l'idea di erigere in corrispondenza della fonte minerale detta "Della Comasca" uno stabilimento idroterapico. Nel 1890 i signori Marini-Legnani, già proprietari dell' Hotel Continentale di Milano, succedettero al Maglia rilevando la proprietà del complesso di Regoledo. Furono loro ad avere l'ardita e geniale idea di costruire una funicolare funzionante a contrappeso d'acqua, che potesse trasportare in pochi minuti gli ospiti dal lago fino allo stabilimento idroterapico.

          Il progetto venne redatto da Alfredo Colli. Espletate le procedure, la costruzione della funicolare venne autorizzata nel maggio dell'anno 1890 con una modifica sostanziale; la sostituzione del funzionamento a contrappeso d'acqua con l'azionamento di un argano a motore elettrico. L'impianto, eseguite tutte le modifiche, venne avviato il 1° settembre 1890, ma poi ci furono ancora continue interruzioni dovute probabilmente a difetti di funzionamento.

          Trascorsero così alcuni anni di inattività e le terme passarono nuovamente di mano. I nuovi proprietari ritennero indispensabile il funzionamento della funicolare per il rilancio della struttura, adoperandosi con tutti i mezzi per la riattivazione della stessa. E fu così che nel novembre del 1901 venne autorizzata l'apertura al pubblico del secondo impianto. Tuttavia, in mancanza di un regolare permesso di esercizio le vetture rimangono ferme ancora per due anni. Doposichè le terme di Regoledo cambiarono proprietario ancora una volta. Il nuovo titolare decise di proseguire ulteriormente nell'opera di adeguamento della funicolare secondo le normative in vigore, affidando il progetto a due aziende elvetiche, la Von Roll di Berna e la Franz Marti di Winterthur. Le due ditte stravolsero completamente l'impianto, ritornando al sistema di funzionamento a contrappeso d'acqua; cosi, finalmente il 6 settembre del 1903 la funicolare di Regoledo venne inaugurata.

          Il funzionamento della funicolare procede regolarmente fino al 1915, ospitando una illustre clientela, ma a causa dell'entrata dell'Italia nel primo conflitto mondiale, l'esercizio venne sospeso nell'anno 1916. Venne riattivata il 15 maggio 1917 quando il Grand Hotel Regoledo e la stazione termale divennero sezione distaccata dell'ospedale militare di Milano per accogliervi i feriti di guerra. La funicolare si trasforma così in ambulanza su rotaia per il trasporto dei convalescenti.

          Gli anni successivi al primo conflitto mondiale videro riprendere il regolare funzionamento della funicolare, anche se il numero dei viaggiatori era modesto. Si rivitalizzò dal 1930 al 1939, ma con lo scoppio della seconda guerra mondiale il complesso delle Terme - Hotel venne convertito di nuovo in ospedale militare, con la capacità di 90 posti letto. Nel frattempo, lo sviluppo della viabilità consentì un più agevole accesso dall'imbarcadero al complesso alberghiero. Dopo la fine della seconda guerra mondiale, per la gloriosa funicolare di Regoledo vi fu la definitiva soppressione.

          E così, dopo 57 anni di onorato servizio, intervallati però da lunghi periodi di inattività, il 1° giugno del 1960 l'orgogliosa struttura, esempio di geniale ingegneria, smise di solcare i binari.

          Il funzionamento della funicolare
          Il funzionamento della funicolare era molto semplice: si basava sul travaso di acqua da una vettura all'altra, che avveniva a metà percorso; in corrispondenza di una cappella, ancora oggi visibile lungo il Sentiero del Viandante in località "Calchera". Lo scambio avveniva esattamente sotto il piccolo ponte che attraversa il solco ormai in disuso della funicolare: in quel punto i passeggeri venivano trasbordati nell'altra cabina che, trainata dal peso dell'acqua, risaliva lungo i binari fino a Regoledo.

          La garanzia del costante approvvigionamento era data dal torrente Masna, che ha origine a monte di Gisazio e raggiunge, dopo un percorso tortuoso e ripido, il lago. Per far funzionare la funicolare, l'acqua veniva raccolta in un bacino artificiale (chiamato "vascon") ubicato sopra Regoledo, a valle dell'abitato di Gisazio.

          L'acqua quindi, convogliata dal "vascon" tramite adeguate tubazioni (ancora esistenti), raggiungeva la stazione a monte della funicolare; qui il personale addetto riempiva il serbatoio della carrozza con un quantitativo d'acqua più che sufficiente per sollevare la vettura che si trovava alla stazione inferiore. Ogni carrozza sotto la cassa aveva infatti una cisterna che veniva riempita d'acqua quando una delle due vetture si trovava nella stazione superiore, o auando erano affiancate in quella intermedia.

          L'esercizio della funicolare richiedeva la presenza di tre persone: due frenatori ed un sorvegliante alla stazione di manovra, incaricato di regolare il moto della fune. I tre agenti si accordavano mediante segnali convenuti di una suoneria elettrica, messa in funzione ponendo a contatto tra loro i fili che correvano lungo la linea per mezzo di una bacchetta metallica che ogni frenatore aveva in carrozza. La corsa durava 8 minuti ed il biglietto aveva un costo di 1 lira per la salita e 50 centesimi per la discesa.​

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          • zotto
            Contributor III
            • Dec 2013
            • 195

            #6
            Strano che Andrea Vitali non ne abbia mai parlato nei suoi libri che sono tutti (o quasi) ambientati a Bellano

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