Non sono sicuro che il prof. Carlevaro non c'entri con le prime due seggiovie del Colomion (Pian del Sole con sostegni a traliccio e seggio-sciovia con sostegni in c.a. per il Colomion).
Certamente le successive ristrutturazioni furono opera di Marchisio; in epoca molto successiva (secondo intervento sull'impianto) la Marchisio provò al Pian del Sole un interessate sistema di frenatura con tutte le pinze (servizio ed emergenza) operanti sulla puleggia ed azionamento a c.c.

La Fratelli Marchisio era stata fondata da Giovanni e Felicie Marchisio, disegnatore progettista della Fiat Aereonautica con l'ing. Gabrielli ed aveva lavorato ai caccia (Fiat G.56 con motore Daimler Benz).
Dopo la WWII, era uscito dall'azienda ed aveva messo su un'officina meccanica ed ottenuto un primo incarico per costruire un battipalo.
La Marchisio era poi divenuta subfornitrice di Carlevaro e quindi non è sempre chiaro a chi si dovesse attribuire l'impianto.

In seguito all'incidente di Cesana Torinese, se ricordo bene, la Marchisio aveva iniziato a costruire anche in nome proprio, con progettista l'ing. Lello Prudenza, quindi i primi impianti di Bardonecchia potrebbero ancora essere registrati come Carlevaro e Savio.
La Carlevaro e Savio contnuò l'attività e realizzò molti impianti in USA, qualcuno ancora in servizio poco tempo fa ed uno, a Maggie Valley, NC, modificato recentemente con sostituzione delle stazioni, ma con mantenimento in opera dei sostegni di linea a traliccio.
La stazione tenditrice era ancora del tipo a triangolo oscillante, cioè senza fune tra slitta e contrappeso e, dalle fotografie, i profilati risultano certalmente di produzione Italiana.

Certamente il prof. Carlevaro era presente al collaudo di Bardonecchia Pian del Sole ed al Colomion; ho sentito raccontare di un palo di legno precipitosamente inserito tra le razze della puleggia per bloccare un intempestivo arrettramento.

Il cav. Mauro Amprimo di Bardonecchia, molti anni fa amministratore dell'azienda esercente e proprietario dell'hotel Sommeiller, raccontava della presenza del prof. Carlevaro e del metodo impiegato per stabilire il franco dal suolo, in mancanza di norme regolamentari precise, chiamandolo "il franco della vacca", cioè tale da non essere incornati passando sulla mandria al pascolo.
Si narrava anche di un grosso cane nero che addentò i pantaloni del generale Umberto ******, allora Commissione Funicolari Aeree e Terrestri, durante le operazioni di collaudo: all'epoca non bastava una settimana!

Purtroppo il prof. Carlevaro ed anche Nanni Carlevaro non possono più raccontarci gli altri particolari.